Gli
stolti che guardano il dito anzichè la Luna si domandano
perchè la reazione culturale e religiosa in America sia così
forte, profonda, irrecusabile. Il caso di Terri Schiavo è
la risposta. Ieri una creatura umana è morta tra atroci spasimi,
suoi e nostri, guardata a vista da un poliziotto che doveva essere
autorizzato dal marito per far entrare nella sua stanza i genitori.
E' morta
di fame e di sete, per decisione di un giudice al quale hanno dovuto
inchinarsi il Congresso degli Stati Uniti e il presidente eletto
a suffragio universale. E' morta per una lettura discussa della
sua cartella clinica e per una testimonianza testamentaria orale,
non scritta, fatta valere da una dei suoi familiari contro il parere
di tutti gli altri. E' morta nel dubbio, nel dubbio vitale di una
parte della società americana, che ha dubitato trasveramente,
compreso il reverendo Jesse Jackson, compreso il Village Voice,
compresa la grande maggioranza dei deputati e dei senatori democratici.
Ma è
sopratutto morta per il vuoto di cultura razionale che ha portato
con sé la stolida lettura progressista del secolarismo, dell'idea
che morto Dio sia morta la possibilità umana di commisurarsi
ad alcunchè di esterno all'uomo.
Emily
Dickinson sapeva guardare un volto in agonia, e vedervi le perle
di sudore infilate da ciò che è ancestrale, primogenio,
ma i moderni non hanno più quello sguardo forte, capace,
poetico. E si intignano senza motivo, ad onta do ogni sospetto di
male, a perseguire la morte come immagine speculare della salute
dei vivi, non acendo a disposizione alcun concetto, anche razionale
e non fideistico, di salvezza. Semplicemente affidare una donna
che respirava e apriva gli occhi, semiaddormentata e bella nel suo
male da quindici anni, semplicemente affidarla alle cure dei genitori
e dei fratelli, che la volevano, o della comunità, era una
soluzione impercorribile.
Al di
là dle fatto che è morta, la questione lancinante,
questione di pensiero prima che di cuore, il fatto che genera inquitadine
e santa collera è che "doveva" morire. Doveva morire
perchè i sopravvissuti vivano nella certezza del benessere
fisico, nel rifiuto del dolore anche quando riflesso nello specchio
dell'anima di un'altra creatura umana. I refendari del "si"
dicono "nascere, guarire, scegliere". Bè, Terri
Schiavo era forse inguaribile, ma certamente in vita; era nata come
tutti per morire, ma non ha scelta lei di morire così. Come
i disabili del Terzo Reich.
1 aprile 2005
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